La Strada: lascia che Lui ti mostri ciò che ha preparato per te


Grazie guide, di aver chiesto di condividere.
Non ho saputo frenare i ricordi, i pensieri, le emozioni, la fatica, le risate e le discussioni per la difficile organizzazione, la fretta di arrivare e la voglia di restare lì e fermare il tempo..
Non potevo non raccontarvi della Route fatta verso Santiago di Compostela con le mie sorelle di Strada Laura Maria, Alessandra, Valentina e Maria Chiara nel ...boh, io con le date non sono mai stata brava! Comunque, tanti anni fa, forse una decina.

Sarebbe stata la Route della mia ‘Partenza’, che giungeva alla fine di un percorso, quello della mia crescita come Scout. E ci tenevo.
Ci tenevamo tutte, ognuna delle mie sorelle ha fatto o detto qualcosa per renderla ancora più speciale. Ma soprattutto, era lì. Accanto a me. Così lontano da casa. Con mamma e papà in ansia. E ne è valsa la pena.

Partiamo, zaino in spalla. La prima volta in aereo. Avremmo camminato molto, in meno di 1 settimana oltre 100 km. Quindi altro che ‘portate l’essenziale’!
Si arriva, si cerca il sentiero, o meglio, il cammino. Ci svegliavamo presto al mattino, molto presto, per poter affrontare la giornata (ed i 25 km in media al giorno che ci separavano dalla tappa successiva) senza la preoccupazione di non trovare posto per dormire per tutte, insieme.
La prima parte della giornata si camminava al buio, e avevamo involontariamente creato degli schieramenti: infatti, Valentina e Laura Maria aprivano la strada, mentre Ale e Maria Chiara la chiudevano. Ed io? In mezzo, tra le due coppie, perché la strada ha deciso per noi quale fosse il ‘nostro’ passo. Spesso le perdevo in mezzo alla nebbia, ma le loro chiacchiere mi raggiungevano e non mi sentivo sola. Anzi. 
Sì perché la strada, ed in particolare il cammino di Santiago, ti porta a stare con te stessa e basta. Ed è strano, non siamo abituati a stare tanto soli. Ricordo che il buio mi spingeva a considerare molto di più ciò che mi circondava: ogni foglia, rametto o sassolino influenzava il mio passo, ogni luce lontana suggeriva l’orientamento, ogni suono, animale o brezza, accompagnava una riflessione.
E continuavamo, continuavamo a camminare.
Poi arrivava la luce, il sole, i pellegrini, i punti di ristoro, le panchine e le soste. Ed era un turbinio di lingue, sorrisi ed endorfine.
Credo di averne fatto una buona scorta a Santiago di endorfine.
E poi si continuava...ed è grazie a questa Route che ho iniziato (ben oltre i 20 anni) a capire la differenza tra 100 e 500 metri. Sì, perché ormai era quello l’obiettivo: vedere il prossimo ‘sasso’ con su indicato almeno 1 km in meno a separarci dalla meta, Santiago di Compostela.
Ma quando si intravedeva da lontano l’inizio del paesello da noi scelto come tappa intermedia, destinazione della giornata, beh non mi crederete. Iniziavamo letteralmente a correre, la salita non esisteva, né la stanchezza. Si correva fino al primo ostello per aggiudicarci gli ultimi 5 posti. Si perché, sebbene partissimo anche alle 4 del mattino, poi durante il giorno venivamo raggiunte e sorpassate da chiunque. Eppure non eravamo così lente. Credo.
Ma vi porto al dunque: l’ultima sera. Indescrivibile. Non riuscirò a spiegare ciò che è stata, non credo si possa fare a parole.
Emozionante. Molto più unica di quanto avrei mai potuto immaginare.
Perché? Beh, perché dopo una serata di storie, abbracci, ricordi e parole d’affetto con una fortissima sensazione che Lui stesse davvero guidando la liturgia di quella sera...arrivare sola all’alba alla Cattedrale di Santiago è stato un dono.
Ricordo che dopo tanto camminare nella natura, avendo sopra la testa alberi ed il cielo della Spagna in Agosto, entrare in Cattedrale quando ancora era deserta è un miracolo indescrivibile.
Archi, dipinti, vetrate, l’odore d’incenso...lì dentro il Sacro si respirava, non si vedeva soltanto.
E mi è rimasto dentro.
In fondo, si sa che il pellegrinaggio è il cammino dell’anima. Ma fino a quel momento non avevo compreso la profondità della Grazia che in quella settimana aveva operato in me. In noi.
Perché in realtà, non ho camminato verso Santiago, ma verso di Lui.
E Lui era con me, da sempre: sin dal momento in cui mia mamma mi ha salutato poco prima di partire. Ed è sempre con noi, ogni volta, ogni giorno in cui ’partiamo’ verso la vita che ci aspetta.

Grazie a chi c’era, chi c’è e Chi ci sarà sempre.
Buona Strada a tutti! Sulla Sua Strada!



Dea, Rugiada Determinata

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