Sasso e carta.. 30 anni del Gruppo Scout Perugia 1 FSE


Mo-rra ci-neeee-se! Sasso! Mo-rra ci-neeee-se! Carta! Quante volte abbiamo giocato a questo gioco? Mi piacerebbe partire da questo gioco per raccontarvi la mia esperienza all’interno del Gruppo Scout Perugia 1 FSE del quale ho fatto parte per tantissimi anni. Il gruppo quest’anno compie 30 anni, un traguardo veramente importante! L'anno della sua fondazione era il 1990, anno indimenticabile delle "notti magiche" dei Mondiali di Calcio di Totò Schillaci e di Diego Armando Maradona. Ho avuto la fortuna di entrare nel gruppo esattamente un anno dopo la sua fondazione e per questo posso dire di averlo visto crescere e chiaramente di essere cresciuto io stesso insieme a lui!
Ho cominciato da Lupetto di un Branco numeroso che contava (se non ricordo male) quattro sestiglie guidato da un ragazzo poco più che ventenne (Leonardo Lastilla) studente fuori sede che da Roma era venuto a studiare Agraria a Perugia. Ricordo ancora quella marmaglia di Lupetti elettrizzati e schiamazzanti dentro i vagoni del treno diretti in Toscana, all'Alpe della Luna, per le Vacanze di Branco! Terminate le Vacanze di Branco mi accoglie in Riparto un altro ragazzo romano poco più che ventenne (Francesco Licenziato), anche lui studente fuori sede presso la facoltà di Agraria di Perugia. Il primo anno in riparto eravamo un po’ pochini, una sola squadriglia (la squadriglia Lupi), ma già l’anno dopo eravamo tre squadriglie pronte a sfidarci a suon di scalpi ed imprese di pioneristica! Ricordo ancora il Campo Estivo che facemmo a Sassinoro, un piccolo paesello in Campania i cui abitanti ci accolsero con curiosità ed entusiasmo. Come dimenticare la buona azione di squadriglia che abbiamo svolto nella panetteria del paese... tempo un'ora e la panetteria si trovò invasa da ragazzi in pantaloni corti e fazzolettoni intenti a sfornare pagnotte, pizzette e taralli!! Il motto del campo era “Pietra su pietra costruiremo la nostra chiesa”, scelto dal nostro Capo Riparto Francesco consapevole che da quel gruppetto di ragazzi si stava costruendo una bella comunità. Nel presentarci il motto, Francesco ci spiegò che il termine "chiesa" deriva dal greco "ecclesía", parola che significa comunità, e a distanza di anni posso dire con consapevolezza di aver fatto parte di una comunità che cresceva insieme. E qui il sasso! Quel sassolino che spesso ci troviamo sotto la schiena quando dormiamo in tenda dentro il sacco a pelo!
Quando mi è stato chiesto di scrivere questo articolo mi sono messo a spulciare tutti i documenti e i ricordi che tengo conservati in diversi raccoglitori. Tanta carta e tanti appunti! Un gran numero di documenti era relativo alla mia esperienza in Clan, prima come Rover e poi come Capo Clan. Anche qui la storia in un certo modo si è ripetuta: sono entrato in Clan esattamente un anno dopo la sua fondazione. Ricordo ancora quando, al termine del Campo Mobile che si era svolto in Francia presso il Massiccio Centrale, dentro i vagoni del treno che ci stava portando a Parigi per la Giornata della Gioventù, insieme agli altri ragazzi del clan ci apprestavamo a scrivere la seconda Carta di Clan. Si trattava di un'eccezione, è molto raro scrivere due Carte di Clan nel giro di due anni, ma il corso degli eventi ci hanno portato a questa decisione. E così, in una bella giornata di sole, ci troviamo a firmare la nostra nuova Carta davanti all'ingresso della basilica di Notre-Dame (mica male come location!). Si trattava di una Carta di Clan forse un po' acerba ma sicuramente genuina, come d'altronde un po' acerbo e genuino era allora il Clan Orizzonte Audace al suo secondo anno di vita. Ed ecco la carta! Una carta importante, la Carta di Clan, per la vita di un Rover!
Nel corso della storia le anomalie si ripetono spesso, e infatti nel 2001, dopo la Partenza, mi ritrovo sulle spalle della camicia le barrette rosse di Capo Clan. Sono stati anni belli ed intensi quelli passati alla guida del Clan Orizzonte Audace! Esperienze diverse come diversi sono stati i Rover con i quali ho condiviso la strada. Eravamo una comunità molto affiatata. Insieme abbiamo macinato chilometri a piedi con lo zaino sulle spalle e sempre insieme abbiamo condiviso molti pasti cucinati con i nostri fornelletti sotto le stelle. Sardegna, Abruzzo, Alpi, Sibillini… In quegli anni, sempre zaino in spalla, abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo. Come non ricordare il campo mobile in Trentino-Alto Adige, terminato sulle rive del Lago di Garda dove c'era chi voleva simulare un annegamento per farsi salvare dalla bagnina! Nel bel mezzo di tutte queste esperienze, nel 2005, dopo un campo mobile "in distretto"1 svoltosi sulle Dolomiti, decidiamo di scrivere una nuova Carta di Clan, non ricordo bene se redatta o firmata a Costa di Trex (parco del Monte Subasio). Si trattava sicuramente di una location meno maestosa rispetto alla Basilica di Notre-Dame, ma sicuramente più "nelle corde" di un gruppo di ragazzi amanti della vita all'aperto. Erano infatti quelli gli anni di uscite di Clan sempre più "audaci", sicuramente un modo alternativo per passare i sabati sera!! La nuova Carta di Clan era una Carta più matura rispetto alla precedente, perché negli anni il Clan era cresciuto più maturo e consapevole. Ci portavamo dietro l’entusiasmo e l'esperienza di tuti i Rover che avevano camminato insieme a noi. Ciascun Rover costituiva una pietra che messa insieme ad altre pietre è in grado di costruire una comunità (ecclesía) forte e robusta. Ed ecco ancora il sasso e la carta che si combinano!
Il sasso posto nel lontano 1990, insieme a tanti altri sassi, aveva ormai creato una bella costruzione, grazie anche a chi ha lavorato in quegli anni con cemento e spatola! Ragazzi appassionati che spendevano con allegria il loro tempo per fare qualcosa di utile a noi stessi e a chi ci stava vicino. Anni passati facendo servizio nelle varie branche, ma anche facendo servizio nei paesi del Centro Italia colpiti dal terremoto (Umbria-Marche 1997 e Abruzzo 2009), ad organizzare raccolte viveri per l'Operazione Mato Grosso2 o per approfondire tematiche quali quelle del commercio equo e solidale. Forse era per noi un modo per dare un senso alle nostre giornate. Ricordo con nostalgia quegli anni e un po’ mi manca il poter spendere in maniera gratuita il mio tempo per un'idea collettiva.
Spesso provo a spiegare ai mei amici di oggi cosa è stato per me lo Scoutismo, ma trovo un po' di difficoltà... probabilmente perché lo Scoutismo non si spiega, lo si vive. È un po' come la poesia (sia scritta su carta che scolpita su pietra… pardon, su sasso!), che se la spieghi sembra perdere di significato.


Marco, Grillo Gioioso
1 Nell’estate del 2005 i Clan del Distretto Lazio Nord-Umbria si ritrovarono nelle Dolomiti per svolgere il Campo Mobile. Ciascun Clan era autonomo nella programmazione del Campo ed erano previsti degli incontri fra i vari Clan lungo il percorso.
2 Movimento di volontariato che gestisce alcune comunità in America Latina

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