Quando
ti chiedono di scegliere uno tra mille ricordi da esploratore,
diventa difficile selezionarne uno. Se poi il diktat (comprensibile)
è del tipo “Non scrivere un poema”, l’impresa diventa
praticamente impossibile. Mi siedo allora alla scrivania e provo a
ripercorrere nella mente cinque intensi anni. Poi mi viene in mente
un’idea: quale “diario” migliore per rinfrescarsi le idee, se
non il Quaderno di Caccia?
Ora,
a qualcuno potrà sembrare strano. Ma il QdC ancora oggi lo conservo
con gelosa venerazione in casa. Perché? Non so. Ogni tanto mi fa
sorridere sfogliarlo, rileggere la rosa dei venti, i nodi appiccicati
con lo scotch sulla carta, il cerimoniale dell’alzabandiera, i
canti, le preghiere, la topografia, l’orientamento, la
segnalazione, i giochi. Ogni foglio riconduce ad una attività, una
gara di cucina, una sopraelevata, un campo. Ma visto che mi hanno
chiesto di raccontare un evento importante per la Branca, c’è
ricordo che stavolta mi colpisce più di altri.
Torniamo
al campo estivo del 2007, l’anno del centenario dello scoutismo. Lo
considero importante per il Riparto Artemide perché, a giudicare
dalle foto, è stato uno dei campi con più esploratori presenti.
Ottime squadriglie, livello tecnico elevato. Divertimento assicurato.
Ho scelto proprio questo campo perché se c’è una cosa di cui gli
scout perugini sono sempre andati fieri è stata la propria capacità
pionieristica, specialmente nel settore costruzioni. La gara degli
angoli è sempre stata (qualcuno, se vuole, può smentirmi) l’evento
centrale dell’anno. Quel premio valeva più di ogni altro, giusto o
sbagliato che fosse. Quasi un’ossessione. Quell’anno il livello
stupì un po’ tutti. Gli scoiattoli realizzarono una sopraelevata
cinque centimetri più alta di quella costruita dai castori tre anni
prima (misura ovviamente calcolata in anticipo). La pattuglia capi si
adoperò per una sorta di grattacielo: una sopraelevata a tre piani
dove piantare le tende a igloo degli R-S. Gli altri si batterono con
un tavolo di ottima fattura e poi portali, cucine rialzate, torrette,
docce e varie astuzie da campo. Furono due settimane “comode”,
nel senso che - credo - a quasi nessuno mancò la sedia o il tavolo
di casa. Si stava bene.
Vi
potrà sembrare un particolare sciocco, e sicuramente avrei potuto
pescare anche in altri anni scout, ma credo sia sufficiente per
raccontare l’atmosfera che si viveva in quel periodo (tra il 2003 e
il 2008, per quel che mi riguarda) in Riparto. La costruzione
dell’angolo era davvero un chiodo fisso. Un motivo di vanto per
l’intero anno successivo. E per i capi squadriglia un modo per
congedarsi prima del passaggio in Clan con qualcosa che lasciasse il
segno.
A
proposito. Il QdC mi lascia un altro ricordo. Forse più personale,
ma che riguarda il cammino scout di tutti gli esploratori che sono
passati dal Riparto. Parlo degli Hike di squadriglia o di classe,
cioè l’uscita con pernottamento che normalmente si realizza
durante il campo estivo. Non starò a raccontare episodi particolari,
perché uscirei dal tema e avrei decine di aneddoti. Ma sono certo
che se chiedeste ad altri un “evento importante” vissuto nel
Riparto e in squadriglia, anche loro metterebbero l’Hike tra i
primi posti. Quei momenti mi tornano in mente rileggendo una delle
preghiere realizzate dagli esploratori in una di queste occasioni. La
riporto perché, credo, spieghi bene cosa significava (e spero
significhi tutt’ora) la vita nel riparto Artemide: “Signore, tu
che ci hai sempre seguito passo dopo passo nella nostra avventura
scout (…) facci capire che la nostra vita da esploratori non
finisce qui, ma continua anche nel quotidiano percorso della vita”.
Per me è stato così. E credo anche per molti altri.
Artemide in bello parati.
Artemide in bello parati.
Giuseppe, Canguro Volenteroso
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