La mia esperienza come Capo Cerchio è iniziata nel 2016: è stata una delle emozioni più forti vissute durante il mio percorso Scout. Avere quelle barrette gialle sulle spalle significava coronare un sogno che portavo nel cuore da molti anni.
Non tutto, però, va sempre come avevi progettato: le difficoltà infatti non hanno tardato ad arrivare. Esattamente un anno dopo aver provato quella gioia immensa ho passato uno dei momenti più bui dal quale non vedevo via d’uscita. Il basso numero di coccinelle, le incomprensioni e le discussioni mi hanno portato a chiedermi se valeva veramente la pena passare le giornate a organizzare le riunioni, alzarmi presto la domenica mattina e se volevo veramente dedicare il mio tempo, la mia mente e il mio corpo a quel mondo che non riconoscevo più. La risposta a queste domande era sempre “NO”, mi sentivo di aver deluso quella piccola bambina di 8 anni e i suoi grandi progetti. Ho continuato non so bene per quale motivo, forse perché in fondo sapevo che quello era il mio posto e vedere la gioia negli occhi di quelle tre coccinelle mi riempiva il cuore ogni volta. Poi però tornavo alla realtà e tutto tornava nero.
Il
punto di svolta è arrivato ad aprile 2017, precisamente il 29 – 30
aprile – 1° maggio.
Sono partita per l’Incontro Nazionale
delle Capo Cerchio, a Venezia. Sono partita fisicamente, mentalmente
ero lontana, non avevo nessuna aspettativa, ormai ero decisa a
lasciare tutto. Come al solito, non tutto va come te lo aspetti. Sono
stati tre giorni pieni, intensi, meravigliosi. Vedere tutte quelle
persone, là, esattamente come me, tutte con lo stesso entusiasmo, la
stessa voglia di fare ha smosso qualcosa nel profondo. Poter vivere
quei giorni con altre Capo Cerchio, tra attività, canti, racconti,
risate, mi ha aperto gli occhi e spalancato il cuore.
Ero nel
posto giusto al momento giusto.
Ho capito che ne valeva la
pena, e che dovevo dare il 100 per cento per questo Servizio, perché
quello era il mio posto. Sono tornata con un altro spirito, un’altra
mentalità, e anche le cose nel mio piccolo cerchio sono migliorate.
Le discussioni non sono finite, ma io le vivevo con tutto un altro
atteggiamento, sapevo che quello che stavo facendo aveva un senso, e
nessuno poteva farmi credere il contrario. Quell’incontro è stato
il mio sole.
Ho capito che il Servizio non sempre è cosa
facile, e credo che il bello sia proprio lì.
Al campo scuola
mi dissero: “Per ogni cosa negativa prima o poi arriverà qualcosa
di positivo” ed è proprio vero. Servire richiede sacrificio,
passione, dedizione, fatica, lacrime, ma servire ti riempie il cuore
di qualcosa di più, ti fa dire “SI”.
Grazie a
quell’incontro ho capito che l’unica cosa che davvero conta è la
gioia negli occhi delle coccinelle e quella voglia irrefrenabile che
hanno di scoprire il mondo insieme a te. Per questo bisogna
ricordarsi sempre di “Vedere ciò che splende oltre le nuvole più
nere”, perché le difficoltà ci saranno sempre, ma il sole è
sempre là pronto a splendere di nuovo.
Buona Strada!
Lucrezia,
Marmotta Generosa
Capo Cerchio
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