Getta il cuore oltre l'ostacolo


Il teatro è vita. Questa la frase che mi ha guidato durante lo svolgimento di tutto il progetto presentato ai nostri ragazzi: mettere in scena il musical di Paulicelli sulla vita di San Francesco d’Assisi “Forza Venite Gente”.
Abbiamo deciso, insieme, di dare una possibilità a questa idea, poggiando l’uno sulla spalla dell’altro. Non aspettavamo quello che avremmo ricevuto, come sempre accade, d’altronde, quando si apre il cuore..
I ragazzi erano emozionati all’idea, ma anche timorosi. Copioni da memorizzare, costumi da cucire, scenografie da installare, prove, trucco, ma soprattutto.. loro. Sul palco. Non c’era costume, trucco, cappello, che potesse coprire i loro animi, una volta saliti sul palco. Erano loro, come nudi, nella pelle di un personaggio, che, semplicemente, li ospitava.
Ed ecco che i “miei” ragazzi diventavano, non il personaggio che per quelle due ore li accoglieva, ma diventavano loro stessi. Hanno regalato a tutta la gente venuta ad ascoltare cosa avessero da dire, tutti loro stessi. Ciascuno di noi ha imparato a fare del proprio modo di ridere, di tossire, di urlare, un mezzo comunicativo potente e immediato. Abbiamo imparato che abbiamo braccia, sopracciglia, voce, sguardo, e che tutte queste cose si muovono insieme in una danza che arriva al cuore.
Non hanno mancato un incontro, quei ragazzi. Non hanno saltato una prova. Ci tenevano a che il progetto riuscisse. Sentivano ciascuno la responsabilità della riuscita di tutti. Sapevano, quei ragazzi, che il progetto avrebbe incontrato il successo solo se avessero lavorato insieme.
La battuta di ciascuno dava il la al compagno sul palco. E di per ciò stesso doveva essere impeccabile. L’ingranaggio girava se ciascuno dava la sua parte. La melodia sarebbe stata piacevole soltanto se ciascuno avesse suonato al meglio delle sue possibilità.
Ho visto ragazzi arrivare di corsa alle prove, senza aver cenato, dopo una dura giornata.
E questo per sei o sette sere alla settimana, per mesi. Ho visto ragazzi che non avevano potuto, loro malgrado, dare la disponibilità al progetto, mettersi in gioco, perché stare a guardare proprio non fa per loro. Ho visto genitori commuoversi, ho visto bambini diventare donne e uomini. E non solo su quel palco.
Il mio è un ringraziamento. Ringrazio Dio per le possibilità che in questa vita mi ha dato. E’ un grazie a ciascuno di quei ragazzi, a ciascuno dei loro genitori, ai miei stessi genitori.
E chissà che un giorno le nostre strade non si incontreranno di nuovo.
Buona strada. Sulla Sua Strada.
Laura Maria, Leprotto Gentile

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